Scatola nera auto, un oggetto il cui nome incute un certo timore, in particolare se pensiamo alla privacy e all’assicurazione. E in effetti per black box, come la chiamano gli americani, si intende un dispositivo elettronico di cui sono noti gli input e gli output, ma di cui non si sa nulla rispetto al suo funzionamento interno. Tutti noi, però, abbiamo sentito parlare della scatola nera degli aerei e il principio di funzionamento nel caso dell’automobile è lo stesso: registrare, conservare e infine trasmettere dati. Secondo l’Osservatorio Top Thousand le scatole nere auto sono sempre più frequenti nelle auto aziendali, in particolare quelle fornite dalle società di noleggio auto.
Quali dati registra la scatola nera auto?
La scatola nera auto non è altro che un EDR (Event Data Recorder) che registra determinati dati e parametri:
- localizzazione geografica dell’auto attraverso il GPS (Global Positioning System);
- percorrenza, tempi di marcia e tempi di sosta;
- chilometri percorsi sia in orario diurno che in orario notturno;
- chilometri percorsi su strade urbane, extraurbane e autostradali;
- in caso di sinistro, data e luogo dell’incidente;
- tipo di incidente e ultima velocità rilevata;
- accelerazioni e decelerazioni grazie a un accelerometro;
- storico delle marce inserite e delle frenate;
- storico del regime di rotazione del motore;
- attivazione dei dispositivi di sicurezza presenti sull’autovettura.
Chi può vedere i dati della scatola nera?
I dati registrati nella scatola nera auto sono inviati via satellite a un database che ha il compito di conservarli e di renderli disponibili all’occorrenza. Quindi le Forze dell’Ordine, se necessario, possono vedere i dati della scatola nera. Tuttavia è bene ricordare che la scatola nera non può essere disattivata e non è possibile manometterne i dati in alcun modo.
Come funziona l’assicurazione con la scatola nera?
Da diversi anni le Compagnie di Assicurazione, con il pretesto di contrastare le frodi assicurative, hanno iniziato ad applicare sconti sulla Polizza RCA (Responsabilità Civile Autoveicoli) ai clienti che intendono installare una scatola nera sul proprio autoveicolo. Un’iniziativa commerciale che comporta un primo problema: la presenza nei prossimi anni di due scatole nere nella stessa automobile i cui dati potrebbero essere discordanti.
Infatti, dal 6 luglio 2022 il Regolamento UE 2019/2144 impone l’obbligo per le Case Automobilistiche di omologare i nuovi modelli solo se con scatola nera auto integrata. Mentre dal 7 luglio 2024 la black box dovrà essere presente su tutte le auto di nuova immatricolazione.
Qui subentrano i diversi interessi dell’Unione Europea e delle Compagnie Assicurative. L’Unione Europea, a tutela del diritto alla privacy, ha stabilito che la scatola nera auto debba conservare solo alcuni dati relativi all’incidente, rendendoli disponibili esclusivamente alle Forze dell’Ordine. Solo le Autorità Competenti potranno accedere a tali dati per ricostruire le dinamiche del sinistro e individuare i responsabili. Le Assicurazioni, invece, vogliono avere questi dati per analizzare il reale comportamento alla guida degli assicurati e il loro stile di guida, così da profilare gli automobilisti.
Cosa comporta la scatola nera in auto?
Con la legge n. 124/2017 le Compagnie Assicurative hanno ottenuto, come spesso accade, una modifica all’art. 145 bis del codice delle assicurazioni private. Tale modifica ha di fatto sancito che, nei giudizi civili, le registrazioni e i dati della scatola nera auto formino piena prova nei confronti della parte contro la quale sono prodotti.
Questo significa che qualora i dati forniti dalla scatola nera auto durante il sinistro fossero in contrasto con le dichiarazioni dei conducenti (modulo CAI) o di un testimone, la legge sarebbe sempre a favore della black box. A questo punto l’Assicurazione rigetterebbe le richieste risarcitorie del danneggiato adducendo come pretesto la non conformità dei dati del dispositivo con quanto dichiarato. Chi intendesse provare fatti non registrati dalla scatola nera auto sarebbe così obbligato a provare una manomissione o il malfunzionamento della stessa durante il sinistro. Una prova diabolica in quanto purtroppo, per come è scritta la norma, quasi nessuno riuscirà a fornire questa dimostrazione. Infatti, non c’è possibilità di ricorrere né a testimonianze né a registrazioni di telecamere di videosorveglianza o di altri dispositivi elettronici.
La questione del valore legale della scatola nera auto è da anni al vaglio della Corte Costituzionale che deve esprimersi sulla costituzionalità della norma. La legge, attualmente, esclude che vi possa essere un contraddittorio tra le parti, come invece impongono il principio del contraddittorio e il diritto di difesa (art. 111 e art. 24 della Costituzione). Conviene, quindi, svendere la nostra privacy e rischiare di non essere risarciti soltanto per ottenere uno sconto sul premio assicurativo annuale?
2 Commenti. Nuovo commento
Se in un incidente ho ragione, tranne che per l’eccesso di velocità, come si comporta l’Assicurazione? Passa tale dato alla Compagnia Assicurativa che mi deve risarcire? E se per caso è la stessa per entrambi i veicoli?
Gentilissimo Fabrizio, nel caso in cui lei procedesse a una velocità di 70 chilometri orari in una strada dove è presente il limite di 50 km/h e un altro veicolo dovesse mancarle di precedenza uscendo da una laterale, l’Assicurazione applicherebbe un concorso di colpa nel risarcirla.